Praga alle 4 del mattino la immaginavo deserta e silenziosa.
Credevo che non avrei incontrato nessuno, che saremmo stati solo io, la macchina fotografica e la magia dei miei filtri. Intorno a me, la luce fredda che precede l’alba.
Invece la solitudine era un miraggio. Una specie di appuntamento mancato.
Per un po’ sono stato davvero solo, poi sono arrivate le prime persone, con i loro cavalletti e i loro obiettivi pronti a portarsi via quell’angolo di città.
Ho fotografato una Praga che loro non potevano vedere. Ho cambiato i colori, ho distorto i contorni, ammorbidito le luci fino a farle toccare tra loro, fino a confondere gli occhi.
Quella Praga non esiste eppure la posso raccontare. Sembra sommersa, invece è ancora qui.